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Stop al dolore, senza danni ai reni

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Stop al dolore per patologie renali

Anche nei pazienti con patologia renale cronica il dolore può essere efficacemente contrastato grazie alle nuove associazioni di oppioidi, senza danni ai reni.

Nel campo dei farmaci antidolorifici, assolutamente indispensabili per molti pazienti – ha dichiarato il professor Francesco Locatelli, Direttore Scientifico Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale Manzoni di Lecco, uno dei maggiori esperti a livello internazionale nel trattamento delle patologie renali – oggi siamo in grado di offrire soluzioni efficaci senza creare effetti collaterali su altri apparati, come quello renale. Un aspetto particolarmente rilevante, quando si ha a che fare con pazienti nefropatici.

Per controllare la progressione della patologia renale cronica, al primo posto, ci sono i corretti stili di vita: no al fumo, al sovrappeso, all’eccesso di alcol e alla sedentarietà, tenere sotto controllo iperglicemia, ipertensione, colesterolo e trigliceridi. Ma anche ridurre l’uso di antinfiammatori, molto spesso impiegati – per non dire abusati – a scopo antidolorifico.
Bisogna evitare, il più possibile, il ricorso a quei farmaci che hanno un potenziale effetto nefrotossico, tipo alcuni antibiotici e soprattutto i farmaci antinfiammatori non steroidei – quelli non a base di cortisone che tutti conoscono come FANS – che si usano per curare il dolore di tipo osteo-muscolare, specie nelle persone anziane. Questi medicinali possono avere degli effetti indesiderati proprio a danno dei reni: il loro utilizzo andrebbe limitato al dosaggio minimo efficace in quei pazienti che già soffrono di problemi renali e anche in chi comunque è a rischio di sviluppare questo tipo di patologie.

Se il paziente non può fare a meno di intervenire per alleviare la sua sofferenza – prosegue Locatelli – perché ha un dolore ‘importante’, può utilizzare altri tipi di farmaci antidolorifici, ad esempio gli oppiacei – oggi notevolmente migliorati anche dal punto di vista della tollerabilità. Di recente è stata resa disponibile un’innovativa associazione farmacologica, che consiste nella combinazione di un oppioide con il suo antagonista, in grado di prevenire l’effetto collaterale più comune, la stipsi, attraverso un meccanismo di blocco dei recettori degli oppiacei nel sistema gastrointestinale.

Fonte: Avvenire, 28 dicembre 2013, pag. 11


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